Le news degli Amici

“La luce nell’arte contemporanea.” 8 giugno h. 18.00

Martedì 8 giugno dalle 18.00 alle 19.00. 

“La luce nell’arte contemporanea.”

Negli ultimi decenni, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, la Luce è diventata un nuovo mezzo che permette agli artisti di esprimersi e stupire il pubblico con il suo incanto.
Sarà presentata da Carla Testore una selezione degli artisti che hanno fatto ricorso all’elettricità e alla luce come strumenti per esprimere il proprio linguaggio, utilizzando nei modi più svariati neon, fibre ottiche, light box, led …Un viaggio nel mondo della Luce a partire dagli anni ’50 con Lucio Fontana per arrivare fino ai neon di Dan Flavin, a Jenny Holzer, da Mario Merz a Mario Airò e verranno presentati artisti di fama consolidata insieme ad altri meno noti.

“Dal Dante monumentale all’Inferno di Topolino. L’immaginario del mito” 17 giugno h. 18.00

Giovedì 17 giugno dalle 18.00 alle 19.00

Giovanni C.F. Villa, “Dal Dante monumentale all’Inferno di Topolino. L’immaginario del mito”

Dal Dante risorgimentale, padre della lingua e di una nazione unita, celebrato tramite una serie di monumenti esemplari – Trento, Verona, Padova, Firenze e Napoli – che avranno il loro apice nel progetto di un Danteum a Roma sui Fori Imperiali alla divulgazione della Divina Commedia in una Repubblica giovane, e analfabeta. Può essere fatta la Divina Commedia a fumetti? si domandava nel 1959 Cesare Zavattini in una lettera all’amico Arrigo Polillo, alto dirigente della Mondadori. Zavattini era convinto il poema dantesco avesse “tutte le qualità per essere fatta a fumetti, tradotta in fumetti, divulgata in fumetti, comunicando certi suoi valori storici e morali, tipici per noi italiani, fra l’altro, senza bisogno di esprimere capillarmente la poesia”. E così sarà, il testo dantesco il più tradotto a fumetti nel mondo dopo la Bibbia. Dall’Inferno di Topolino della Walt Disney a Jacovitti, dai supereroi americani ai manga di Go Nagai, un percorso inusuale nel capolavoro dantesco.

“Arte Povera in collezione”. 29 aprile h. 17.30

Riccardo Passoni, direttore della GAM, ci propone un altro interessante incontro:

Giovedì 29 aprile anticipato dalle 17.30 alle 18.30

Arte Povera in collezione”.

La GAM, oltre alle opere ora esposte, ha una collezione imponente su questo ‘ismo’, insieme a quelle collezionate dalla CRT con e per il Castello di Rivoli.

La conversazione costituirà l’occasione per rimettere a fuoco il lavoro dei protagonisti di una indimenticabile stagione artistica torinese, italiana ed internazionale. Nata nel 1967 da una intuizione di Germano Celant – in parallelo alla teorizzazione del “Teatro Povero” di Grotowsky – essa sviluppava i sedimenti radicali dell’arte della generazione precedente, scaturiti dalle ricerche di Alberto Burri, Lucio Fontana, ma anche neo-dadaiste di Piero Manzoni. L’Arte Povera fu anche la prima manifestazione artistica che ebbe subito una consacrazione museale in Italia, e segnatamente nella nostra GAM nel 1970.

“Omaggio a Fiorenzo Alfieri ideatore di Luci d’Artista” 4 maggio h. 18.00

Carla Testore, consigliera degli Amici, storica dell’arte ed esperta di arte contemporanea, ricorderà la figura di Fiorenzo Alfieri, assessore alla cultura per 10 anni, attraverso una delle sue creazioni:

Martedì 4 maggio dalle 18.00 alle 19.00

“Omaggio a Fiorenzo Alfieri ideatore di Luci d’Artista”

Luci d’Artista a Torino. Si ripercorrerà la nascita, lo sviluppo e il successo di questo evento che ha portato Torino ad essere considerata una città capitale dell’arte contemporanea. Un viaggio en plein air nello spazio urbano alla scoperta delle meravigliose installazioni luminose opere d’arte create da artisti nazionali ed internazionali.

“Torino capitale. Preliminari legittimisti nel bronzo e nel marmo.” 11 maggio h. 18.00

Giovanni C.F. Villa, professore di storia dell’Arte moderna all’Università di Bergamo, il primo di due incontri, la narrazione dell’invenzione carloalbertina di un immaginario nazionale e l’avvio del “fare” gli italiani, strutturando una memoria comune da offrire alle numerose anime che aspiravano all’Unità. Con il monumento celebrativo che diviene una delle risposte, tramandando con immediatezza la memoria collettiva: sempre visibile, presente tanto nello sguardo del cittadino frettoloso quanto in quello del turista curioso o del visitatore casuale, che attraverso la storia della città individua il disegno della nazione, figurandosi il racconto dell’Italia in cammino. Due conferenze per molti attraversamenti, dalla Torino sabauda a quella dei santi sociali, dalla Torino positivista alla Torino delle arti.

“Neolitico o Età della Giada? Alla scoperta degli oggetti più antichi del MAO”. 23 febbraio h. 18.00

Marco Guglielminotti Trivel, Direttore del MAO, ci propone due conferenze molto interessanti:

Martedì 23 febbraio dalle 18.00 alle 19.00

“Neolitico o Età della Giada? Alla scoperta degli oggetti più antichi del MAO”.

La donazione di ceramiche neolitiche cinesi della Fondazione Giovanni Agnelli costituisce il nucleo di oggetti più antichi di tutte le collezioni del Museo d’Arte Orientale. Originariamente esposti in due sale e dotati di un percorso touch-screen dedicato, con il riallestimento del 2014-2015 questi recipienti sono stati accorpati nella prima metà della prima sala del percorso espositivo e rischiano di passare quasi inosservati al visitatore. Con questo incontro si intende focalizzare di nuovo l’attenzione su questi oggetti arcani, belli e intriganti, aggiungendovi alcune preziose giade che normalmente non sono esposte al pubblico.

“La Cina prima della Cina. Età del Bronzo e del Ferro nelle opere del MAO”. 16 marzo h.18.00

Martedì 16 marzo dalle 18.00 alle 19.00

“La Cina prima della Cina. Età del Bronzo e del Ferro nelle opere del MAO”.

Analogamente a quanto è accaduto per il vasellame neolitico, anche gli oggetti del primo periodo storico cinese (ca. 1300-300 a.C.) sono stati un po’ sacrificati dal riallestimento del primo piano del MAO: occupavano tre sale fino al 2014, una sala e mezzo dal 2015. Curiosi recipienti e armi di bronzo, successivamente di ferro, ci raccontano – insieme a ceramiche di alto livello tecnico e a oggetti laccati miracolosamente preservati – di una Cina diversa da quella che popola l’immaginario collettivo, e che diversa effettivamente era, anche se è qui che si è formata la sua plurimillenaria civiltà.

Ritratti d’oro e d’argento, Reliquari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia 30 marzo h. 18.00

Martedì 30 marzo dalle 18.00 alle 19.00

Simonetta Castronovo, curatrice della mostra Ritratti d’oro e d’argento, Reliquari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia, ci illustrerà questa bellissima esposizione da poco inaugurata a Palazzo Madama. Per chi volesse poi, in un secondo momento, andare a visitare personalmente la mostra è allestita nella Sala Atelier di Palazzo Madama fino al 12 luglio 2021.

 

“Le porcellane dei Duchi di Parma: da Parigi al Quirinale” 21 gennaio h. 18.00

Andreina d’Agliano, consigliera degli Amici, storica dell’arte, una delle massime studiose di porcellana in Italia che ha al suo attivo molti libri e moltissime mostre in Europa, ci illustrerà:

“Le porcellane dei Duchi di Parma: da Parigi al Quirinale”

Gli arredi settecenteschi del Ducato di Parma, divisi fra le regge dell’Italia postunitaria in seguito allo smembramento dei Palazzi avvenuto con l’unità nazionale, presentano una notevole coerenza stilistica, che riflette il gusto francese della corte di Versailles. Alcune porcellane oggi suddivise fra il Palazzo del Quirinale a Roma, Palazzo Pitti a Firenze e il Palazzo Reale di Torino, hanno permesso di ricostruire sia gli ordinativi di porcellane voluti dai duchi di Parma, Filippo e Louise Elisabeth, figlia del re di Francia Luigi XV, sia il gusto della corte sabauda, che con questi arredi riordinò le varie residenze.  In una preferenza per il rococò si inserisce la raccolta di porcellane dei Savoia, in particolare della Regina Margherita, che impresse la sua scelta per ogni oggetto da far pervenire. Se oggi diversi oggetti delle collezioni di Parma sono al Quirinale, ciò si deve soprattutto all’interessamento della Regina, che fece sua l’idea del governo di dover risparmiare fino all’osso riutilizzando gli arredi delle residenze dell’Italia preunitaria, in particolare del Ducato di Parma, il cui arredo del miglior rococò si confaceva ottimamente al suo gusto.

Se non si è soci si può partecipare telefonando in segreteria

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